Il dipinto giunse agli Uffizi nel 1793 in seguito ad uno scambio con le Gallerie Imperiali di Vienna, per interessamento dell'allora direttore Luigi Lanzi. L'attribuzione a Bellini, che sostituì a quella tradizionale a Giorgione, si deve a Crowe e Cavalcaselle (1871) ed è ormai universalmente accettata. L'opera (1490-99), di grande fascino poetico, è tra le più discusse e affascinanti del Quattrocento italiano per la complessa iconografia, ricca di personaggi di non facile identificazione e di riferimenti culturali.